Orienteering e matematica

La nostra associazione sportiva fra le varie attività (partecipazione alle gare sia in Italia sia all’estero, organizzazione di importanti eventi orientistici, corsi base e progrediti…) si dedica da anni all’insegnamento dell’orienteering nelle scuole locali. Durante lo scorso anno scolastico sono state interessate undici classi della scuola primaria e secondaria di secondo grado e per l’anno scolastico 2015-16 ha in cantiere, in collaborazione con l’istruttore Aaron Gaio ricercatore e neo laureato in matematica, il progetto "Orienteering e Matematica".
"Orienteering e Matematica", è una ricerca inserita in un progetto di Dottorato di Ricerca di Aaron Gaio, in Didattica della Matematica dell'Università di Palermo, in collaborazione con il prof. M. Fellows della Charles Darwin University Australia, co-autore di "Computer Science Unplugged", con focus su algoritmi e teoria dei grafi applicati a basi di informatica e crittografia. Dietro ad argomenti apparentemente complessi e teorici ci sono collegamenti con realtà pratiche ed anche con il mondo dello sport.  
L'orienteering in particolare si presta a questo grazie anche a comprovati studi che ne certificano l'utilità nel migliorare per esempio la percezione visiva, le capacità geometriche e quelle di orientamento nello spazio. La percezione spaziale, nei bambini, è anche collegata al miglioramento di capacità mentali, matematiche e non.
     L'orienteering è presentato, all'interno di un percorso didattico, come un gioco in cui i bambini dovranno iniziare a interpretare una mappa topografica, trasformando lo spazio tridimensionale in bidimensionale per farlo corrispondere con la realtà. Sarà fatto contestualmente anche un lavoro sulla geografia e le mappe. Altri progetti sono pronti anche per livelli di scuola più alti riguardanti, oltre alla percezione spaziale, capacità di problem solving, scelta di percorsi ottimali, e capacità geometriche.
    Tre sono le fonti d’informazione usate nell'orienteering: la carta topografica, l'ambiente e gli spostamenti. La combinazione di processi cognitivi sul passaggio da tridimensionale in bidimensionale, abilità spaziali, capacità di attenzione e concentrazione, sono sollecitate molto in uno sport che combina attività fisica e mentale.
    La percezione spaziale è basata su un sistema visuale-spaziale in cui le informazioni sono processate, è un sistema sensibile a insegnamenti ed è più efficace se abbinato al movimento (Held, 1963). L'importanza dei movimenti nello sviluppo della percezione spaziale è attribuita all’azione dei bambini, sia libera che organizzata (Oña, 2005).  Il movimento migliora la percezione spaziale e questo fattore aumenta la propria importanza se le attività sono svolte in aree ampie (Canto, Ona , & Granada, 2007).
    Perciò crediamo che l'attività di orienteering nei primi anni scolastici possa essere un modo divertente e intelligente di far sviluppare le capacità spaziali ai bambini, capacità che poi hanno una forte ricaduta sui risultati scolastici!
Già don Milani negli anni sessanta aveva pensato a una “scuola alternativa” per far crescere la popolazione di Barbiana: “la vicinanza alla natura poteva servire da gancio per parlare di ecologia, di sviluppo sostenibile, di scambio iniquo. Se non c’è un contatto diretto, continuato, con la vita concreta, con l’ambiente dove si vive, non si costruisce il desiderio, la disponibilità, l’interesse alla politica. Se l’educazione non coltiva la vicinanza alle dimensioni concrete del mondo in cui si vive non si potranno far crescere donne e uomini capaci di dedicarsi alla “polis”, alla comunità concreta” (don Marcello Farina-Da tutti si può imparare).